José Emilio Pacheco
Non tornerà, eppure non se ne andrà mai
Il quattordici gennaio 2013
se n’è andato il suo amico e vicino di casa Juan Gelman (entrambi vivevano
nella Colonia Condesa, a Città del Messico), del quale si definiva “lettore
intimo”, e a lui, alla sua ventennale presenza nella capitale messicana, José
Emilio Pacheco aveva dedicato la sua ultima rubrica sulla rivista Proceso, una colonna settimanale
intitolata Inventario che per anni è
stata una sorta di bussola non solo letteraria, ma anche etica e civile per i
suoi numerosissimi e fedeli lettori. Terminato nel pomeriggio di venerdì,
l’articolo era destinato a uscire il giovedì successivo, come sempre: e invece
lo si può leggere già ora sul sito della rivista, in memoria non solo del
grande poeta argentino, ma dello stesso Pacheco che, ricoverato sabato dopo un
banale incidente domestico, è morto domenica “tranquillo, in pace e sulla
breccia come ha sempre desiderato”, secondo le parole di sua figlia Laura
Emilia, lasciando al Messico e al mondo una straordinaria opera poetica che ne
fa uno degli autori di lingua spagnola più importanti del ‘900.