Lola Larra e Vicente Reinamontes
La rivoluzione pinguina
La chiamavano revolución pingüina, per via delle divise bianche e nere che gli studenti dei licei indossavano a scuola. E fu davvero una rivoluzione: il primo grande movimento studentesco post-dittatura che, fra centinaia di occupazioni e immensi cortei, nel 2006 chiese la riforma della LOCE, ossia la Ley Orgánica Constitucional de Enseñanza, entrata in vigore il giorno prima che Pinochet abbandonasse il potere e progettata per introdurre una sorta di sfrenato “neoliberismo educativo” affidato all’iniziativa privata, suggellando così le diseguaglianze di una società in cui, ancora adesso, il presidente appena rieletto si azzarda a definire l’istruzione non un diritto, ma un “bene di consumo”.
Altre rivolte sarebbero seguite, come quella epocale del 2011, che mise in seria difficoltà il governo, o quella del tutto inedita degli ultimi due mesi. E tuttavia il ricordo dei “pinguini” non è mai impallidito e arriva fino a noi con A sud dell’Alameda. Diario di un’occupazione (pag. 285, e. 18), pubblicato dalla minuscola Edicola Ediciones, vero e proprio “ponte” letterario creato da Paolo Primavera, che da qualche anno propone un eccellente catalogo di nuovi autori cileni.
L’autrice del breve testo, Lola Larra, ha trovato le parole giuste per il diario di Nicolas, “occupante” dubbioso e più interessato ai mondiali di calcio che alla politica, eppure destinato a scoprire le ragioni e la necessità dell’impegno, le insidie della repressione e perfino le incertezze di un primo amore. Ma la parte più intensa e rivelatrice del libro è quella che lo trasforma in una graphic novel grazie a pagine e pagine di immagini dal taglio originale, attraverso le quali il talento del disegnatore (ed ex “pinguino”) Vicente Reinamontes ci consegna il ritratto di una Santiago geometrica e notturna e di un gruppo di adolescenti alla ricerca di sé, ignari di essere spiati da una finestra non lontana. E, lo scopriremo alla fine, sarà proprio quello sguardo ancora indomito a proteggerli e a riunire i fili del presente e del passato.
Questo articolo è apparso sul quotidiano Il manifesto nel giugno del 2018